Stavamo come lucciole in notte invernale
gialli e freddi ad ammirare il Bello
lucidi gli occhi risuonavano l'addio
del tempo sfuggito al controllo lunare.
Oblio coglieva e volevo rivederti,
confermarmi nell'animo la tua essenza
che a tratti lampeggiava, faro sull'abbandonata
isola, la nostra stanza.
E mi posavo tremante sulle tue braccia
per sentirmi ancora dire Quel Bello
è speranza e buon dolore vitale,
la notte invernale dura mille ore
ma è sconvolgente il tuo splendore.
Stringevi febbrile, stanchi aspettavamo
il ritorno del giorno, confusi
perduti in un' unica luce.
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