martedì 3 maggio 2011

Nulla di troppo.

Silenti le acque si stanno
conosciuto l'inverno
avvolte di bianco

e incorniciano il freddo respiro
che dal labbro mio sporge
a raggiungere te.

Immobili le acque si stanno
è dicembre sul suolo
io lo saggio con piede leggero
sperando che non mi lasci cadere.

E' la vita più dura
condivisa con acque
ghiacciate, ci stiamo
a cercarti con sguardo appannato.

Apatia si bagna delle acque
e il bosco intorno un deserto di sale,
si staglia per appoggio nel mezzo
l'albero, sognatore sveglio
già morto nel tempo

ma è sì caldo il suo corpo
-corteccia pulsante- nell'incontro
con la fronte mia di brina
le tue lacrime ancora.

Infrante le acque
dalle dita del giorno
si sfanno accese dal tiepido tramonto

il mio corpo si spacca
nei punti dove la pelle
tua si appoggiava più stanca

Queste acque per me sono vita
e misura è l'eternità sola;
nei tuoi occhi di luce di sole,
nulla di troppo.

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