Le tende blu
ti mangiavano, luce
e tu sei ombra
del sole che fuggiva
lontano da qui.
Così si proiettano
diamanti azzurri
sulle pareti di buio
e sfere di cristallo - gli occhi
fissi luccicano nel tempo
sciolto sulle piastrelle.
Una voce monotona
avvinghiata al silenzio
si accoppiano - si concepisce
la Noia.
e tu, luce
a pezzi in spicchi
come noi che in quieta veglia
ascoltavamo passivi
agiti da eroi dei tempi antichi
assordati da astratti dati inquieti
perchè ci vogliono emuli,
e muli, i ladri di azzurri diamanti,
persecutori del sole,
mangiatori di luce..
quella voce monotona
è ora a terra
ancora tremante
sopra il tempo, fremente;
dal piacere sconvolta,
incessante si agita a terra.
La Noia vomita il primo vagito
e il tempo precipita
sparisce, le tende blu
si sbarrano noi
sbarriamo gli occhi.
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