martedì 4 gennaio 2011

Le notti di luna piena mi fanno venire il mal di testa.

Accende e spegne la luce, poi la riaccende e la rispegne e la accende si mette a pancia in su e punta i piedi sull'armadio sopra la sua testa.
“Ok, senti, adesso ti spiego come funziona la faccenda”.

Ha di nuovo i buchi sulle calze e ancora non le ha buttate.
E usa quel rossetto che mette solo quando ci sono le notti di luna piena, che ho detto mille volte quanto stia male, ma in realtà sta benissimo, e vorrei solo che la smettesse di usarlo e me lo regalasse: che poi io non mi trucco mai, ma mi piace l'idea di avere le sue labbra da qualche parte per casa.
Prende il bicchiere dal comodino, lo finisce in un sorso e dà un tiro di sigaretta.
Adesso so già che socchiuderà gli occhi e prenderà un gran respiro, forse si stiracchierà ma non credo (non è ancora a disagio) e poi se ne uscirà con una di quelle sue solite frasi senza senso che mi fanno ridere da pazzi, fuori, e morire dentro.

Così infatti andrà, che ci faremo spaccare dalle risate e quando riprenderemo fiato ci renderemo conto di cose ben più serie; allora andremo subito a dormire, prima che ci sia un attentato terroristico in camera nostra e ci ritroviamo i cuori sotto le macerie, staremo schiena contro schiena e mani intrecciate, e domani mi risveglierò sola, come al solito.

“Io vorrei essere un pesce per volare sopra le nuvole e ricaricarle di caramelle da buttare ai bambini troppo cresciuti, un po' stile adescatore, capisci?"

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