martedì 21 settembre 2010

Josif A. Brodskij, Verso il mare della dimenticanza

Verso il mare della dimenticanza

Non è necessario che tu mi ascolti, non è importante che tu senta le mie parole,
no, non è importante, ma io ti scrivo lo stesso (eppure sapessi com’è strano, per me, scriverti di nuovo,
com’è bizzarro rivivere un addio…)
Ciao, sono io che entro nel tuo silenzio.

Che vuoi che sia se non potrai vedere come qui ritorna primavera
mentre un uccello scuro ricomincia a frequentare questi rami,
proprio quando il vento riappare tra i lampioni, sotto i quali passavi in solitudine.
Torna anche il giorno e con lui il silenzio del tuo amore.

Io sono qui, ancora a passare le ore in quel luogo chiaro che ti vide amare e soffrire…

Difendo in me il ricordo del tuo volto, così inquietamente vinto;
so bene quanto questo ti sia indifferente, e non per cattiveria, bensì solo per la tenerezza
della tua solitudine, per la tua coriacea fermezza,
per il tuo imbarazzo, per quella tua silenziosa gioventù che non perdona.

Tutto quello che valichi e rimuovi
tutto quello che lambisci e poi nascondi,
tutto quello che è stato e ancora è, tutto quello che cancellerai in un colpo
di sera, di mattina, d’inverno, d’estate o a primavera
o sugli spenti prati autunnali - tutto resterà sempre con me.

Io accolgo il tuo regalo, il tuo mai spedito, leggero regalo,
un semplice peccato rimosso
che permette però alla mia vita di aprirsi in centinaia di varchi,

sull’amicizia che hai voluto concedermi
e che ti restituisco affinché tu non abbia a perderti.

Arrivederci, o magari addio.
Lìbrati, impossèssati del cielo con le ali del silenzio
oppure conquista, con il vascello dell’oblio, il vasto mare della dimenticanza.

(Josif Aleksandrovič Brodskij )

Prima citazione.
A 18 anni il primo esordio in una rivista clandestina, un uomo, Josif Aleksandrovic Brodskij, che porta le sue idee come uno stendardo sulla fronte.
Un orgoglio che viene subito premiato, è una brezza che soffia arrogante, nuova e bollente, nel gelido mondo sovietico; successivamente, a distanza di pochi anni, nel 64, il primo tentativo di repressione.
Il risultato di un processo scandaloso e scandalizzante sono 5 anni di lavori forzati, il germe di una prossima espatriazione che nel 72 porterà Brodskij negli Stati Uniti, dove già la sua opera è riconosciuta e ammirata.

Da qui la strada punta verso le stelle, dissipate le nuvole ad offuscare l'estro poetico di un artista che in questa poesia ci accompagna in una passeggiata, prendendoci sotto braccio, ed all'insegna del silenzio, nei luoghi di un amore finito e guardato con una sottile vena di nostalgico rimpianto, che pure non gli impedisce di apprezzare ciò che è stato ricevuto, nè di lamentarsi che tale riconoscenza non sia ricambiata.

Al termine di un lungo inverno il poeta si permette di disturbare l'imperturbabilità di una donna che ha amato, e se la primavera porta con sè nuova vita e colore, egli preferisce perdersi nella dolcezza di un momento intimo fatto di tracce sull' anima, conservate accuratamente, nel tentativo di trascinare con sè questo tu ricorrente cui si rivolge, ad evitare un viaggio disperato e senza speranza verso il mare della dimenticanza.
Viaggio che talvolta non può essere impedito nemmeno dal dono che a sua volta, alla fine, all'ultimo momento, quando già tutto è finito e rimane solo un luogo chiaro fatto di immagini nella mente, Brodskij si permette di lasciare in pegno, in segno di riconoscimento: l'amicizia che in passato, e forse non intenzionalmente, ricevette a sua volta, che gli aprì gli occhi dello spirito su cose nuove nel mondo {cfr.
che permette però alla mia vita di aprirsi in centinaia di varchi}.
Non lo chiede indietro, l'ultima stanza assomiglia più a un saluto finale, a un malinconico addio che contiene in sè un'esortazione a essere vincente, a possedere il mondo con la propria essenza, la stessa essenza che possedette il suo cuore, e dall'altro il cupo timore dell'ulteriore possibilità che un individuo può trovare sul proprio cammino arrivando a un certo punto della propria vita: salpare sul nero vascello dell'assenteismo, dell'apatia, dell'indifferenza, e affondare, seppur incoronati, nel denso mare della dimenticanza.

Importante lo sfondo silenzioso che viene imposto: il poeta non si cura di essere udito dall'antico amore, che è pure a sua volta silenzioso ormai, ed è lì ad accoglierlo quando bussa alle sue porte. E sempre silenziosa è la gioventù che concorre ad allontanarli, e infine del silenzio sono le ali che potrebbero condurre a un finale migliore lo stato di solitudine raggiunto ormai da entrambi.

Nel 1987 Brodskij ricevette un Nobel per la letteratura, e 4 anni dopo venne insignito della carica di poeta laureato statinutense, per morire nel 96, solo, nel suo appartamento, all'età di 56 anni.
Tutto ciò che posso ancora ricordare è che non solo egli si è librato, a lungo, ben al di sopra di quel mare di dimenticanza, ma permette ancora una volta attraverso l'amore di impossessarci a nostra volta del meraviglioso cielo che quasi sembra solo aspettarci, lassù.


Giudice: Qual è la tua professione?
Brodskij: Traduttore e poeta.
Giudice: Chi ti ha riconosciuto come poeta? Chi ti ha arruolato nei ranghi dei poeti?
Brodskij: Nessuno. Chi mi ha arruolato nei ranghi del genere umano?
(Estratto dagli atti del processo del 64)

7 commenti:

  1. Immensa...

    mi sai dire da quale raccolta è presa questa poesia?

    J.

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    1. Si tratta di una poesia inizialmente contenuta in una raccolta dalla storia avventurosa ed infelice, "Posta invernale" - il vero titolo e' difatti "Lettera a A.D.". Credo che attualmente l'Adelphi stia curando di reintegrarla nel corpus brodskijano..

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  2. Ti ringrazio per la precisione.
    Complimenti per il blog...

    Tornerò con più calma per leggere anche le tue poesie.

    j.

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  3. Scusami ancora il disturbo... ma il titolo è "verso il mare della dimenticanza" o "Lettera a A.D."... Perchè non capisco se quel "verso il mare della dimenticanza" sia un verso della poesia o un ulteriore titolo...

    J.

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  4. Il titolo originale e' Lettera a A.D., ma e' piu' conosciuta come "Verso il mare della dimenticanza" - per intenderci, credo che sia difficile trovarla sul web con il titolo originale, mentre e' molto conosciuta con questo. Nessun disturbo, in ogni caso; piuttosto grazie a te per l'attenzione.

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  5. L'ho poi inserito anche nel mio blog, ho preferito mettere direttamente il titolo originale...

    http://tralerighe78.altervista.org

    grazie per le info! :)
    a presto...

    J.

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  6. vorrei sapere chi ha tradotto dal russo verso il mare della della dimenticanza.dal testo originale mancano certi versi.grazie

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