martedì 13 settembre 2011

Estratti - Allegro barbaro.

Gagliardo, un ipotetico Yawp si arrotola sulla lingua.

I quadricipiti scottanti che le gocce di sudore non riescono a placare, dissetare, il corpo che si secca lentamente, grinzoso, come una prugna abbandonata nella dispensa prima dell'estate.
Mangiatemi, mangiatemi vi prego.

Sedie rotte con un inutile bracciolo, non mi abbracciassero tutti così, con due braccia finte attaccate appena distanti dai ventri freddi!, e io dove scrivo? Se non mi appoggio, scrivo male, tutto storto, arrampicato, disperso e frammentario, poi i pensieri cominciano a correre, e chi mi ferma più.

La contraddizione nel voler riflettere sul perchè ci si possa sentire un nulla.
La filosofia che comincia a porsi domande imbarazzanti, da salotto di provincia sfacciatamente imborghesito, grasso colante, e Cartesio non aveva capito che se pensa, è perchè NON è, non ancora, Descartes, come si pronuncia il tuo nome?, non ancora.

Quel maledetto locale nella via che di notte bercia e apre le porte rendendosi accessibile da ogni lato, come la casa di una prostituta, e ci devo passare sempre, anche se non voglio. Ma di notte, di sera, all'ora dell' "happy hour", l'ora felice delle creaturine miserevoli..

Patrizia mia che dicevi di Leopardi, il Giacomino, lo sputtanatore della luna, è per gli adolescenti segaioli, con l'acne che dà loro depressioni, che adorano se stessi, i pelandroni, lo dicevi sottovoce, quasi per non farsi sentire..

Gagliardo, gagliardo, l'ipotetico YAWP si annuncia bisbigliando.

Nessun commento:

Posta un commento